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lunedì 23 gennaio 2012

Recensione Dead Island

DeadIsland

Sono trascorsi già 4 mesi (9 Settembre 2011) dall’uscita di Dead Island e noi di Mondo Videogioco lo abbiamo provato e recensito per voi.

Il gioco si presentava come un horror con visuale in prima persona, con uno stile di esplorazione (open world) che lascia al giocatore la scelta di cosa fare e come farlo.

Le aspettative per questo titolo erano alte, in un periodo pieno di giochi sulle invasioni di zombie, Dead Island ha le carte in regola per risaltare, ma andiamo a vedere se le aspettative sono state ben ripagate.

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GRAFICA

Il team di sviluppo ha senza dubbio fatto un grande lavoro nel ricreare l’ambientazione tipica di un’isola tropicale, sono stati curati nei dettagli i vari aspetti e le varie ambientazioni dell’isola (spiagge, alberghi, strade, ecc.) Nota negativa a volte le texture e alcuni oggetti risultano piatti e poco realistici.
Resta comunque da apprezzare l’enorme lavoro fatto
VOTO 8

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SONORO

Il comparto audio del gioco è buono, il doppiaggio dei personaggi è ben fatto e credibile, le “voci” degli zombie sono ben fatte, cosi come i rumori delle armi e i vari suoni ambientali. Le musiche a volte possono risultare ripetitive ma restano comunque sopra la media.
VOTO 9

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GIOCABILITA’

La giocabilità a nostro avviso è sia uno dei punti di forza che uno dei punti deboli del titolo. La possibilità di avere un mondo aperto ed esplorarlo a piacimento sicuramente è un punto a favore, inoltre esplorandolo si avrà la possibilità di trovare oggetti nascosti, personaggi secondari che potranno fornire al giocatore armi, soldi e oggetti vari come ricompensa nel caso si decida di aiutarli.
Il gioco presenta anche caratteristiche tipiche dei giochi di ruolo, come l’aumento di livello del personaggio e la possibilità di imparare nuove abilità ad ogni livello.
Questa parte, essendo comunque un gioco improntato sull’azione, è ben implementata e contribuisce a rendere il gioco più completo.
Ora passiamo alle note dolenti, il livello di difficoltà del gioco non è impostabile, e in alcune fasi è davvero troppo alto, ci si ritroverà circondati da zombie senza la possibilità di difendersi, con la conseguente morte del personaggio, cosa che per i giocatori che preferiscono sfide più semplici potrebbe risultare frustrante.
Dopo la morte, inoltre, il personaggio viene rigenerato in prossimità dell’ultimo scontro, il luogo di rigenerazione è sembrato abbastanza casuale (a volte poco dopo il punto dello scontro, a volte prima, a volte in un luogo vicino), inoltre capita che il personaggio si rigeneri in un luogo circondato da zombie che lo attaccano immediatamente.
Altro punto negativo riguarda gli scontri, le armi da mischia a volte si rivelano imprecise, e cercando di colpire uno zombie c’è la possibilità di mancarlo e ritrovarselo addosso, ottima invece la mira per le armi a distanza, peccato solo che i danni siano davvero minimi (si fanno più danni con un arma da mischia che con la pistola).
VOTO 5

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TRAMA/STORIA

All’inizio del gioco è possibile scegliere tra 4 personaggi, ogni personaggio ha una sua storia alle spalle, peccato che qualsiasi personaggio si scelga, il video introduttivo resti lo stesso e non ci siano elementi nel gioco che li differenzino.
Il gioco inizia con il protagonista che ubriaco si avvicina ad una donna in discoteca, lei lo rifiuta e lui torna in camera sua in albergo e si addormenta, peccato che la scena sia la stessa sia con personaggi maschili che femminili.
Il resto del gioco consiste nell’aiutare gli altri sopravvissuti, nella speranza di riuscire a lasciare l’isola.
Le missioni dei vari sopravvissuti sono varie, ma i personaggi sembrano stereotipati dai classici film horror sulle invasioni di zombie, anche le missioni alla fine si riveleranno abbastanza scontate e ripetitive, (andare a salvare un familiare/amico/moglie, andare a recuperare un oggetto, ecc.), sicuramente quindi la trama non è uno dei punti di forza del gioco.
VOTO 5

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CONCLUSIONI
Se cercate un gioco horror, con atmosfere terrificanti, una storia ben congegnata che vi tenga attaccati alla sedia dall’inizio alla fine, Dead Island vi deluderà. Se invece cercate un gioco adrenalinico, pieno d’azione e di zombie da fare a pezzi è il gioco che fa per voi.
VOTO 6,5

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Techland ha registrato il nome “Dead World” che fa pensare che Dead Island potrebbe avere un seguito, che speriamo possa mantenere quanto di buono visto nel primo capitolo e correggere i vari aspetti negativi.

martedì 10 gennaio 2012

Path of Exile

Il gioco narra le vicende di un eroe è uno dei due sopravvissuti dal naufragio di una nave e si ritrova su un’isola ignota. Oltre a lui è sopravvissuto un altro tizio che, com’è ovvio, viene subito divorato da un cadavere redivivo (il fatto che ci fosse una specie di cutscene mi ha strappato un gridolino di sorpresa). A questo punto prendiamo controllo del nostro personaggio. Prima di tutto dobbiamo raccogliere l’arma che è finita a riva e poi dobbiamo usarla per far tornare il morto alla sua occupazione di morto. Da questo momento in poi, inizia la nostra odissea su quest’isoletta, dove un gruppo di persone disperse ha costruito un piccolo accampamento e per le quali dovremo imbarcarci in varie missioni che ci frutteranno diversi power-up compatibili con alcune armi e armature (mai soldi, perché l’ unica moneta che esiste nel gioco sono le Scrolls of Wisdom, le quali peraltro sono più utili per identificare gli oggetti).
A livello di gameplay, il titolo è fondamentalmente piuttosto classico, ma presenta vari elementi di originalità come le piccole “cutscene” di cui ho parlato prima e l’ impossibilità di trovarsi in posti infestati da mostri insieme a qualcuno che non è del nostro party (che inizialmente può sembrare una grave mancanza, ma che fa ricredere quando ci si accorge che grazie a questa feature si possono esplorare caverne davvero strette e si può percepire la solitudine delle spiagge dove l’unica nostra compagnia sono insetti troppo cresciuti e cadaveri troppo vivi). Un’altra cosa che mi ha sorpreso è l’ impressionante quantità di mostri che ci viene incontro, probabilmente anche perché non sono occupati a fare a botte con qualche altro giocatore: con una certa frequenza ci ritroveremo infatti ad affrontare vere e proprie orde di mostri che rivelano l’ anima più hack-n-slash del titolo. Molto particolare è poi la possibilità, quando si crea un personaggio, di scegliere se entrare nella Standard League o nella Hardcore League. Quest’ultima è qualcosa di mai visto nel campo dei MMORPG: una volta morti non si respawna più, ma si viene trasportati nella Standard, dove si può tranquillamente tornare in vita ad ogni morte. Ciò spinge a ponderare maggiormente le proprie azioni e a fare ampio uso delle life flask, che si riempono ogni volta che il giocatore uccide dei mostri. Inoltre, non esistono, grazie al cielo, le solite pallosissime missioni del tipo “uccidi 25 Reoli Mannari e torna da me”: piuttosto, dovremo ritrovare oggetti particolari o accedere ad altre aree, alle volte risolvendo semplici enigmi che sono comunque una ventata di aria fresca per un genere che puzza di stantio più dell’ateismo new age (© Federico Nejrotti, 2011). C’ è anche da aggiungere che i nemici sono molto vari e, anche se in una sola area sono di norma di soli due o tre tipi, non è raro di notare tra quelli qualcuno più potente, col nome scritto in un altro colore e a cui sono aggiunti tanti aggettivi e complementi di specificazione, da sempre sinonimo di potenza. Se devo evidenziare qualcosa che mi ha un po’ turbato del gioco è l’ impossibilità di governare il personaggio tramite tastiera. Niente di troppo grave, comunque.
Graficamente, è un vero gioiellino: lo stile ricorda da vicino il dark fantasy di Diablo pur mantenendo un certo suo carattere, e tecnicamente è uno dei più bei RPG online che abbia mai visto (considerate che le immagini che vedete vengono da una build di più di un anno fa). Le macchie di sangue e i cadaveri restano in terra, spade ed elmi scintillano, persino le frecce restano infilzate nel corpo del giocatore per qualche secondo nel punto esatto in cui è stato colpito. Peccato per una cosa che mi fa rodere tantissimo il fegato. Lo zoom, dannazione. Hanno fatto un mondo interamente in 3D e non si può zoomare!? WHAT WERE THEY THINKING!? Avete presente il pluriball (quei sacchetti di plastica con dei cuscinetti d’ aria tutti intorno, schiacciare i quali è una delle cose più goduriose che la vita offra)? Ecco, immaginate di avere uno di quei sacchetti davanti e di avere il divieto assoluto di farlo scoppiettare. È veramente fastidioso, considerando anche che i modelli poligonali sono davvero ben fatti. Più grave è però l’ impossibilità di ruotare la visuale, che, oltre  ad essere esteticamente appagante, sarebbe utile per capire dove siamo messi quando i nemici si fanno veramente tantissimi e la visuale isometrica fissa non aiuta per nulla.
In conclusione, Path of Exile è decisamente più bello, originale e graficamente curato di quel che mi aspettassi, nonostante un audio piuttosto anonimo, ed ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo RPG, supponendo che Grinding Gear Games elimini qualcuno dei difetti e che il gioco non cada vittima delle gioie del freemium, diventando piuttosto inutile senza i poteri speciali garanti dal possesso dei magici artefatti detti Euri.
Video
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