supporta il blog:
Condividi

martedì 10 gennaio 2012

Path of Exile

Il gioco narra le vicende di un eroe è uno dei due sopravvissuti dal naufragio di una nave e si ritrova su un’isola ignota. Oltre a lui è sopravvissuto un altro tizio che, com’è ovvio, viene subito divorato da un cadavere redivivo (il fatto che ci fosse una specie di cutscene mi ha strappato un gridolino di sorpresa). A questo punto prendiamo controllo del nostro personaggio. Prima di tutto dobbiamo raccogliere l’arma che è finita a riva e poi dobbiamo usarla per far tornare il morto alla sua occupazione di morto. Da questo momento in poi, inizia la nostra odissea su quest’isoletta, dove un gruppo di persone disperse ha costruito un piccolo accampamento e per le quali dovremo imbarcarci in varie missioni che ci frutteranno diversi power-up compatibili con alcune armi e armature (mai soldi, perché l’ unica moneta che esiste nel gioco sono le Scrolls of Wisdom, le quali peraltro sono più utili per identificare gli oggetti).
A livello di gameplay, il titolo è fondamentalmente piuttosto classico, ma presenta vari elementi di originalità come le piccole “cutscene” di cui ho parlato prima e l’ impossibilità di trovarsi in posti infestati da mostri insieme a qualcuno che non è del nostro party (che inizialmente può sembrare una grave mancanza, ma che fa ricredere quando ci si accorge che grazie a questa feature si possono esplorare caverne davvero strette e si può percepire la solitudine delle spiagge dove l’unica nostra compagnia sono insetti troppo cresciuti e cadaveri troppo vivi). Un’altra cosa che mi ha sorpreso è l’ impressionante quantità di mostri che ci viene incontro, probabilmente anche perché non sono occupati a fare a botte con qualche altro giocatore: con una certa frequenza ci ritroveremo infatti ad affrontare vere e proprie orde di mostri che rivelano l’ anima più hack-n-slash del titolo. Molto particolare è poi la possibilità, quando si crea un personaggio, di scegliere se entrare nella Standard League o nella Hardcore League. Quest’ultima è qualcosa di mai visto nel campo dei MMORPG: una volta morti non si respawna più, ma si viene trasportati nella Standard, dove si può tranquillamente tornare in vita ad ogni morte. Ciò spinge a ponderare maggiormente le proprie azioni e a fare ampio uso delle life flask, che si riempono ogni volta che il giocatore uccide dei mostri. Inoltre, non esistono, grazie al cielo, le solite pallosissime missioni del tipo “uccidi 25 Reoli Mannari e torna da me”: piuttosto, dovremo ritrovare oggetti particolari o accedere ad altre aree, alle volte risolvendo semplici enigmi che sono comunque una ventata di aria fresca per un genere che puzza di stantio più dell’ateismo new age (© Federico Nejrotti, 2011). C’ è anche da aggiungere che i nemici sono molto vari e, anche se in una sola area sono di norma di soli due o tre tipi, non è raro di notare tra quelli qualcuno più potente, col nome scritto in un altro colore e a cui sono aggiunti tanti aggettivi e complementi di specificazione, da sempre sinonimo di potenza. Se devo evidenziare qualcosa che mi ha un po’ turbato del gioco è l’ impossibilità di governare il personaggio tramite tastiera. Niente di troppo grave, comunque.
Graficamente, è un vero gioiellino: lo stile ricorda da vicino il dark fantasy di Diablo pur mantenendo un certo suo carattere, e tecnicamente è uno dei più bei RPG online che abbia mai visto (considerate che le immagini che vedete vengono da una build di più di un anno fa). Le macchie di sangue e i cadaveri restano in terra, spade ed elmi scintillano, persino le frecce restano infilzate nel corpo del giocatore per qualche secondo nel punto esatto in cui è stato colpito. Peccato per una cosa che mi fa rodere tantissimo il fegato. Lo zoom, dannazione. Hanno fatto un mondo interamente in 3D e non si può zoomare!? WHAT WERE THEY THINKING!? Avete presente il pluriball (quei sacchetti di plastica con dei cuscinetti d’ aria tutti intorno, schiacciare i quali è una delle cose più goduriose che la vita offra)? Ecco, immaginate di avere uno di quei sacchetti davanti e di avere il divieto assoluto di farlo scoppiettare. È veramente fastidioso, considerando anche che i modelli poligonali sono davvero ben fatti. Più grave è però l’ impossibilità di ruotare la visuale, che, oltre  ad essere esteticamente appagante, sarebbe utile per capire dove siamo messi quando i nemici si fanno veramente tantissimi e la visuale isometrica fissa non aiuta per nulla.
In conclusione, Path of Exile è decisamente più bello, originale e graficamente curato di quel che mi aspettassi, nonostante un audio piuttosto anonimo, ed ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo RPG, supponendo che Grinding Gear Games elimini qualcuno dei difetti e che il gioco non cada vittima delle gioie del freemium, diventando piuttosto inutile senza i poteri speciali garanti dal possesso dei magici artefatti detti Euri.
Video

Nessun commento:

Posta un commento

beruby.com - Risparmia acquistando online Il Bloggatore > google.com, pub-6868424547123872, DIRECT, f08c47fec0942fa0