Per i fan dell’indie gaming non sono nuovi al nome di “Frictional Games”. Questi sono gli sviluppatori della celebre saga di Penumbra, una serie di giochi horror che hanno provato la capacità dei Frictional nel creare l’orrore. L’8 settembre, gli sviluppatori hanno proposto il loro nuovo lavoro, ovvero Amnesia: The Dark Descent, un nuovo gioco horror, ma completamente slegato dai Penumbra. È ora di iniziare la nostra discesa nel buio…
- Il mio nome è… io sono Daniel
In Amnesia vestiremo gli scomodi panni di Daniel, che viveva a Londra fino a qualche mese fa. Il protagonista si risveglia in un castello completamente deserto, ricordando solo il suo nome e il suo luogo di nascita. Esplorando il castello, Daniel trova una lettera scritta da se stesso prima di perdere la memoria, che gli spiega cosa deve fare: uccidere Alexander, il padrone di casa. Compito facile, sembrerebbe: lui è giovane e forte, mentre Alexander è vecchio e debole. Ciò nonostante, come scoprirà presto, il castello non è affatto vuoto come pensava…
La trama di The Dark Descent ha alti e bassi. Da un lato, il background che si costruisce leggendo i fogli e i documenti trovati in giro si arricchisce in maniera considerevole, lasciando comunque spazio a un interpretazione libera per certi avvenimenti. In generale, quindi, la storia precedente agli avvenimenti in corso durante il gioco è piuttosto piacevole e interessante.
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- La discesa nel buio
Amnesia è, esattamente come Penumbra, un’avventura horror in prima persona. Lo scopo del gioco è avventurarsi nel castello ed eliminare Alexander, come si scopre nel documento a inizio gioco. Per raggiungere il suo obiettivo, Daniel deve risolvere puzzle, esplorare il castello e sopravvivere agli attacchi dei nemici. Il giocatore è munito di una lampada ad olio, il quale finisce sempre piuttosto in fretta (ed è raro trovarne altro). Oltre alla lampada, è possibile trovare degli acciarini con i quali è possibile accendere lampade e candele. Queste forniscono una luce piuttosto limitata e non sono trasportabili, ma gli acciarini sono molto più comuni dell’olio della lampada.
Come accennato prima, il protagonista deve risolvere una serie di puzzle per andare avanti. Si tratta, in realtà, di enigmi molto semplici, che in genere vanno risolti con oggetti trovati in giro durante l’esplorazione. I puzzle sono, comunque, abbastanza ingegnosi e divertenti.
L’altra parte del gioco si basa sull’esplorazione del castello. Il maniero, però, è popolato da creature misteriose e ostili. Queste sono gestite in maniera piuttosto intelligente: anzichè fare giri di ronda predefiniti, i nemici appaiono, salvo alcune eccezioni, a random in alcuni punti precisi. La scelta si rivela piuttosto saggia, perchè fuggire da un mostro senza subire danni è veramente difficile, vista la loro velocità e potenza.
Amnesia ha anche una discreta varietà di situazioni (per quanto possibile), il che rende sempre piacevole l’avventura.
Un’altra caratteristica importante è l’implementazione del sistema di sanità mentale. Stare al buio, vedere i nemici o assistere a scene orribili causerà turbamento in Daniel, che precipiterà sempre di più verso l’insanità. Una volta arrivati allo stato minimo di sanità mentale, il personaggio comincierà a subire effetti pesanti, quali lentezza nel rispondere ai comandi o incapacità nel muoversi (Daniel cadrà a terra terrorizzato, e potrà solo strisciare lentamente per un po’). Per recuperare la sanità, basta stare per un po’ di tempo in un luogo illuminato, o in alternativa cercare di risolvere puzzle e andare avanti.
In generale, quindi, The Dark Descent è piuttosto divertente sul punto di vista del gameplay. Ma come se la cava il gioco sotto il suo fattore più importante, la paura?
La risposta è, fortunatamente, molto bene.
Il gioco riesce a mantenere la paura in maniera costante dall’inizio alla fine, e lo fa in maniera splendida. Più volte, durante le mie partite, sono stato sul punto di chiudere il gioco per la troppa paura. Non si tratta solo del classico effetto “BUH!”, ma di qualcosa di ben più spaventoso: dalla paura di essere inseguito a quella di essere scoperto, il gioco presenta una varietà di situazioni horror non indifferente, e fa tutto maledettamente bene. Quando non si sta affrontando il nemico, inoltre, ci saranno dei flashback che mostreranno gli orrori avvenuti all’interno del castello.
Insomma, Amnesia è terrorizzante ed è sicuramente uno dei suoi più grandi pregi.
Il titolo non è, ovviamente, esente da difetti.
Finendo il gioco, salta subito all’occhio la longevità abbastanza bassa: ho finito il gioco in otto ore e mezzo, e la media è tra le 7 e le 10 ore, e la rigiocabilità è abbastanza bassa (gli unici motivi che possono incentivare una seconda run sono il commentario degli svilupppatori e i tre finali).
Inoltre, c’è una scarsa varietà di nemici, di cui solo un tipo appare più volte all’interno del gioco. Quei pochi presenti, in compenso, sono veramente terrorizzanti.
In generale, però, non si tratta di difetti talmente gravi da essere game-breaker, anzi: The Dark Descent continua ad essere un grandioso horror adventure.
- Dettagli tecnici
La grafica non raggiunge livelli di eccellenza. Pur risultando piuttosto godibile, infatti, il motore grafico non fornisce un impatto visivo paragonabile a titoli da tripla A. Un compromesso accettabile, d’altro canto, considerando che Amnesia è fatto per girare anche su sistemi molto vecchi.
La parte sonora, invece, raggiunge livelli esaltanti. I continui suoni terranno viva l’ansia nel giocatore, e la colonna sonora è sempre adeguata e brillante.
Il doppiaggio del gioco, per quanto “atipico” (Daniel parla con uno spiccato accento inglese), è abbastanza ben fatto. Non si può dire la stessa cosa della traduzione (solo scritta) in italiano, che presenta alcuni difetti che, sebbene non siano gravissimi per la comprensione della trama, possono risultare spiacevoli a chi non ha una buona conoscenza della lingua inglese.
- Tirando le somme
Amnesia: The Dark Descent dà una seria lezione di stile sul come fare un horror. La paura perseguita il giocatore dall’inizio alla fine e fa la parte del leone all’interno del gioco, che è comunque molto buono anche sotto gli altri aspetti. Alcuni difetti sottraggono il lavoro dei Frictional Games al grado di capolavoro, ma chiunque si definisca anche in minima parte apprezzatore degli horror deve far suo questo gioco ad ogni costo, specie all’invitante prezzo a cui viene proposto (15€).
Valutazione:
Ottimo gioco (il più pauroso per gli amnti del horror ).
Gameplay: 9
Tecnologia: 8
Art Design: 9
Longevità:9
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